Enda Kenny |
Irlanda, macchia vaticana
Il premier denuncia il silenzio sulla pedofilia.
di Marco Todarello
Con un intervento in parlamento che è già nella storia, il 20 luglio il premier irlandese Enda Kenny ha attaccato aspramente il Vaticano accusandolo di non aver agito per fermare i casi di abusi sessuali sui minori commessi dai preti cattolici. È la prima volta che un primo ministro prende una posizione così netta nei confronti della Santa sede, ed è ancora più significativo che lo faccia il premier cattolico della cattolicissima Irlanda.
IL REPORT SUGLI ABUSI. «I casi di stupro e tortura di bambini venivano minimizzati o gestiti all’interno delle diocesi», ha detto Kenny, «per salvaguardare il potere della Chiesa, la sua posizione e la sua reputazione». «Il rapporto tra lo Stato irlandese e il Vaticano non potrà essere più lo stesso», ha aggiunto il premier.
A provocare l’intervento del Taoiseach (con questa parola gaelica gli irlandesi chiamano il primo ministro) è stata la pubblicazione di un rapporto sugli abusi avvenuti nella diocesi di Cloyne, nel sud ovest del Paese. Tra il 1996 e il 2009, 19 preti di questa comunità ecclesiastica di antica tradizione sono stati oggetto di indagini interne perché ritenuti responsabili di abusi sessuali su 40 minorenni.
IL REPORT SUGLI ABUSI. «I casi di stupro e tortura di bambini venivano minimizzati o gestiti all’interno delle diocesi», ha detto Kenny, «per salvaguardare il potere della Chiesa, la sua posizione e la sua reputazione». «Il rapporto tra lo Stato irlandese e il Vaticano non potrà essere più lo stesso», ha aggiunto il premier.
A provocare l’intervento del Taoiseach (con questa parola gaelica gli irlandesi chiamano il primo ministro) è stata la pubblicazione di un rapporto sugli abusi avvenuti nella diocesi di Cloyne, nel sud ovest del Paese. Tra il 1996 e il 2009, 19 preti di questa comunità ecclesiastica di antica tradizione sono stati oggetto di indagini interne perché ritenuti responsabili di abusi sessuali su 40 minorenni.
Il ruolo di John Magee, potente vescovo di Cloyne
Il rapporto ha rivelato che il vescovo John Magee, che dal 1987 guidava la diocesi di Cloyne, non aveva adottato adeguate misure per incastrare i responsabili e consegnarli alla giustizia, mettendo così i bambini a rischio di nuove violenze. Nessuno di quei 19 sacerdoti era stato rimosso dal suo ufficio. Eppure Magee, con una diligenza di stampo militare, si era semplicemente attenuto alle direttive del Vaticano, che nel 1997, con una lettera ad hoc, aveva chiesto ai vescovi del Paese del trifoglio di gestire internamente i casi di pedofilia senza denunciarli alla polizia. Le decisioni su sanzioni o espulsioni contro eventuali colpevoli sarebbero state prese tra le sacre mura.
LA SANTA SEDE SI DIFENDE. Monsignor Federico Lombardi, portavoce della Santa sede, si è difeso dicendo che l’obiettivo di quella lettera era riportare l’attenzione dei sacerdoti irlandesi sui loro doveri canonici e ha definito «esagerate» le critiche rivolte alla Chiesa in seguito alla diffusione delle 400 pagine del rapporto Cloyne.
«Questi giudizi», ha sostenuto Lombardi, «dimostrano una scarsa consapevolezza di ciò che il Vaticano ha fatto in questi anni per risolvere il problema». Mentre secondo il Survivors network of those abused by the priests, la principale associazione irlandese delle vittime degli abusi sessuali, il documento del 2007 dimostra come la censura sui casi di pedofilia fosse imposta direttamente da Roma.
MAGEE, UOMO FORTE DEL VATICANO. E a San Pietro John Magee è tutt’altro che sconosciuto. L’ex vescovo di Cloyne, oggi 75enne, è stato il segretario personale di tre diversi papi, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Condizione che comprova come Magee, uomo forte del Vaticano all’estero, avesse gli strumenti per evitare, o quantomeno tentare di farlo, che la pentola a pressione degli abusi di Cloyne esplodesse travolgendo la Irish catholic church.
Solo davanti alle pressioni del National board for safeguarding children, che gli chiedeva conto di due accertati casi di pedofilia mai risolti, Magee ha deciso di dimettersi. Il 24 marzo 2010 ha rimesso l’incarico nelle mani di papa Benedetto XVI.
LA SANTA SEDE SI DIFENDE. Monsignor Federico Lombardi, portavoce della Santa sede, si è difeso dicendo che l’obiettivo di quella lettera era riportare l’attenzione dei sacerdoti irlandesi sui loro doveri canonici e ha definito «esagerate» le critiche rivolte alla Chiesa in seguito alla diffusione delle 400 pagine del rapporto Cloyne.
«Questi giudizi», ha sostenuto Lombardi, «dimostrano una scarsa consapevolezza di ciò che il Vaticano ha fatto in questi anni per risolvere il problema». Mentre secondo il Survivors network of those abused by the priests, la principale associazione irlandese delle vittime degli abusi sessuali, il documento del 2007 dimostra come la censura sui casi di pedofilia fosse imposta direttamente da Roma.
MAGEE, UOMO FORTE DEL VATICANO. E a San Pietro John Magee è tutt’altro che sconosciuto. L’ex vescovo di Cloyne, oggi 75enne, è stato il segretario personale di tre diversi papi, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Condizione che comprova come Magee, uomo forte del Vaticano all’estero, avesse gli strumenti per evitare, o quantomeno tentare di farlo, che la pentola a pressione degli abusi di Cloyne esplodesse travolgendo la Irish catholic church.
Solo davanti alle pressioni del National board for safeguarding children, che gli chiedeva conto di due accertati casi di pedofilia mai risolti, Magee ha deciso di dimettersi. Il 24 marzo 2010 ha rimesso l’incarico nelle mani di papa Benedetto XVI.
Il cancro d'Irlanda: 13.800 vittime in 50 anni di abusi
Il coinvolgimento di membri della Chiesa irlandese in casi di abusi sessuali su minori è uno degli indiscussi cancri del Paese ed è vecchio quasi quanto la sua storia (l’indipendenza dal Regno Unito è del 1921). Un complesso sistema di controllo sociale e di illeciti dei prelati che affonda le sue radici sul finire degli Anni ’30, quando i primi bambini - orfani, ragazze madri, trovatelli - cominciarono ad affollare i 250 istituti per minori gestiti dalla Chiesa.
L'INCUBO DI 35 MILA BAMBINI. Tra gli Anni ’30 e gli ’80 del secolo scorso circa 35 mila bambini ebbero preti e suore come patrigni e matrigne. Secondo le stime della Commissione d’inchiesta sugli abusi presieduta dal giudice della corte suprema Sean Ryan, 13.800 di loro subirono violenze.Soprusi «sistemici ed endemici», un «incubo» che rovinò l’esistenza delle generazioni più deboli del popolo irlandese. Privi degli affetti più cari e di qualsiasi controllo familiare, bambini e ragazzi divennero oggetto di angherie, oltre che fisiche, anche psicologiche, che in alcuni casi si trasformarono in vere e proprie torture. Un sistema di terrore in cui i piccoli ospiti di scuole e conventi erano costretti, per esempio, a passare giorni in isolamento forzato, semidigiuni, per aver sbagliato un esercizio; o a rimanere nudi per ore, in piedi, in stanze fredde e buie, prima di subire la violenza del prelato di turno, solo per non aver riverito correttamente il priore.
L'INCUBO DI 35 MILA BAMBINI. Tra gli Anni ’30 e gli ’80 del secolo scorso circa 35 mila bambini ebbero preti e suore come patrigni e matrigne. Secondo le stime della Commissione d’inchiesta sugli abusi presieduta dal giudice della corte suprema Sean Ryan, 13.800 di loro subirono violenze.Soprusi «sistemici ed endemici», un «incubo» che rovinò l’esistenza delle generazioni più deboli del popolo irlandese. Privi degli affetti più cari e di qualsiasi controllo familiare, bambini e ragazzi divennero oggetto di angherie, oltre che fisiche, anche psicologiche, che in alcuni casi si trasformarono in vere e proprie torture. Un sistema di terrore in cui i piccoli ospiti di scuole e conventi erano costretti, per esempio, a passare giorni in isolamento forzato, semidigiuni, per aver sbagliato un esercizio; o a rimanere nudi per ore, in piedi, in stanze fredde e buie, prima di subire la violenza del prelato di turno, solo per non aver riverito correttamente il priore.
I MAGDALENE ASYLUMS.
Documentari come Sex in a cold climate di Steve Humpries, o film come Magdalene sisters di Peter Mullan descrivono perfettamente l’orrore dei Magdalene asylums, le case-lavanderia cattoliche dove, oltre alle orfane, venivano rinchiuse le ragazze rinnegate dalle famiglie perché si erano macchiate di peccati come la lussuria o la gravidanza fuori dal matrimonio.
Documentari come Sex in a cold climate di Steve Humpries, o film come Magdalene sisters di Peter Mullan descrivono perfettamente l’orrore dei Magdalene asylums, le case-lavanderia cattoliche dove, oltre alle orfane, venivano rinchiuse le ragazze rinnegate dalle famiglie perché si erano macchiate di peccati come la lussuria o la gravidanza fuori dal matrimonio.
«La Chiesa riuscì a trasformare l’Irlanda in un campo di concentramento in cui avrebbe potuto controllare tutto», ha raccontato al New York Times Mark Patrick Hederman, abate in un monastero benedettino nella contea di Limerick, «e il perno di questo controllo era proprio il sesso».
LA SVOLTA DEGLI ANNI '90. Solo agli inizi degli Anni ’90, sulla scia di una serie di inchieste giornalistiche televisive, sono arrivate le prime denunce di abusi che, in molti casi, risalivano a 20, 30 anni prima. Tra le vittime c'è chi ha avuto un indennizzo economico, altri attendono le sentenze del tribunale, altri ancora hanno perso il senno e non sono più in grado di chiedere giustizia.
LE SCUSE DEI VESCOVI. I vescovi irlandesi, intanto, hanno chiesto scusa. In una dichiarazione congiunta, la conferenza episcopale irlandese ha definito il rapporto del giudice Ryan - pubblicato nel 2009 - «l'atto d'accusa più inquietante a una cultura che per troppo tempo è stata prevalente nella Chiesa cattolica in Irlanda. Orrendi crimini e vili atti sono stati perpetrati contro i più innocenti e vulnerabili con il pretesto della missione di Gesù Cristo».
LA SVOLTA DEGLI ANNI '90. Solo agli inizi degli Anni ’90, sulla scia di una serie di inchieste giornalistiche televisive, sono arrivate le prime denunce di abusi che, in molti casi, risalivano a 20, 30 anni prima. Tra le vittime c'è chi ha avuto un indennizzo economico, altri attendono le sentenze del tribunale, altri ancora hanno perso il senno e non sono più in grado di chiedere giustizia.
LE SCUSE DEI VESCOVI. I vescovi irlandesi, intanto, hanno chiesto scusa. In una dichiarazione congiunta, la conferenza episcopale irlandese ha definito il rapporto del giudice Ryan - pubblicato nel 2009 - «l'atto d'accusa più inquietante a una cultura che per troppo tempo è stata prevalente nella Chiesa cattolica in Irlanda. Orrendi crimini e vili atti sono stati perpetrati contro i più innocenti e vulnerabili con il pretesto della missione di Gesù Cristo».
Venerdì, 22 Luglio 2011
http://www.lettera43.it/attualita/21595/irlanda-macchia-vaticana.htm
....."Ora al magico paese dell'Irlanda noi diciamo: non mollate! Lottate per ciò che sapete essere giusto ed onesto. Il vostro Primo Ministro (Sig. Enda Kenny) non solo guiderà l'Irlanda ma anche libererà il mondo dalla dominazione degli Oscuri. E' un uomo onesto e giusto: è un leader di uomini. Ha preso posizione per tutti quelli che erano stati violentati ed abusati e per coloro ai quali non è stato permesso di conoscere la VERA STORIA dell'Irlanda.
Noi, in Spirito, ci uniamo a tutti coloro che sulla Terra rispettano la verità e la giustizia e ringraziamo il Sig. Kenny: un uomo d'onore che ha lasciato il segno nella storia. Gli dobbiamo molto. Lo Spirito gli era vicino mentre teneva il suo discorso e questo discorso avrà una parte fondamentale nel ripristinare la verità e la giustizia nel vostro mondo. Il Sig. Kenny ha mostrato la strada. Si spera che altri seguano presto le sue orme. E' stato un passo importante. Un passo che doveva essere fatto affinché potesse essere rivelato tutto ciò che è stato tenuto nascosto. L'Irlanda sarà ancora una volta libera"......
Tratto da http://www.galacticchannelings.com/italiano/montague21-08-11.html